Category: Trascrizioni

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Canzone: Una Bella Giornata

Canzone: Una Bella Giornata
di Serena Rossi
Difficoltà: beginner
Tempi: presente, gerundio, condizionale presente, imperativo

Serena Rossi is an Italian actress and singer known for her role as Carmen Catalano on the Italian soap opera Un Posto Al Sole. More recently she was the voice of Anna in the Italian version of Disney’s Frozen. (Check out the video below for an interview and read along with the transcript.) She has a beautiful voice that is clear and easy to understand for non-native speakers. You can also check out her latest album Nella Casa Di Pepe. Buy it: On Tunes or On Amazon.

Un intervista con Serena Rossi:

Difficile da capire?

Serena Rossi is also known as a contestant on the Italian game show Tale e Quale Show. In this game show singers compete to impersonate other well-known musicians, both Italian and American. Can you recognize her in the video below from the show?

Serena Rossi su Tale e Quale Show o no?

Ascolta la canzone “Una Bella Giornata”

Download the Study Sheet

Una bella giornata
guardo il sole lassù
quanta vita che spendo
per qualcosa di più

Gocce di buon umore
rileggendo poesie
quante volte nascondo
le mie grandi bugie

Dammi solo un’ora d’amore
dammi solo un attimo di te
e dimmi che non è mai tardi
per ritrovare tutti i sogni miei
dammi solo un’ora è tutto quello che di te vorrei

Una bella giornata
intanto scivola via
tra canzoni alla radio
dai ferma questa è la mia

Quanti voli nel cielo
dell’immaginazione
quanti baci rubati
dentro queste parole

Dammi solo un’ora d’amore
dammi solo un attimo di te
e dimmi che non è mai tardi
per ritrovare tutti i sogni miei
dammi solo un’ora è tutto quello che di te vorrei

Sai che non ci servono emozioni
per cancellare giorni e strani amori
lasciamo indietro il mondo per capire
che c’è dentro di me

Cerchiamo ancora nuove sensazioni
voliamo in cielo come due aquiloni
e non voltarti indietro perché in fondo
puoi fidarti di me

Dammi solo un’ora d’amore
dammi anche una briciola di te
e dimmi che non è mai tardi
per dare un senso a questi giorni miei
dammi solo un’ora è tutto quello che di te vorrei

Dammi solo un’ora d’amore
dammi anche una briciola di te

Dammi solo un’ora d’amore


What?! No translation? Try it yourself! Download the study sheet above and submit your translation in the comments below.

 

La Ghigliottina 24/9/2015

L’Eredità is a popular game show in Italy. It’s a lot of fun for intermediate to advanced learners of Italian, too! The game revolves around 6 players (La Sfida dei 6). There are currently 6 trials in the game: Gli Abbinamenti (matching), Vero o Falso (True or False), I Fantastici Quattro (The Fantastic Four, a multiple choice game with dates), La Scossa (The Tremor, a game in which the contestants must NOT choose the right answer in a long list of possible answers), Il Triello (like a duel but with three players), e La Ghigliottina, the part shown below. La Ghigliottina (The guillotine) is so called because as the player chooses between two possible words, choosing the wrong word results in cutting the players possible winnings in half. Once five words are chosen, the player then has one minute to think of a word that creates a phrase with each of the other words. If he guesses right, he wins!

This game is meant to be difficult for Italians, so it certainly won’t be easy for you! Try it though! Give yourself a little extra time by stopping the video at about 5:40. I’ve hidden what comes after that point in the transcript below. Simply click to reveal the answer. Then download the study sheet below and see how much of what Carlo Conti says you understood!

Note: The Study Sheet reveals the answer! So try it first before you download! Stop the video at 5:40. The transcript below is safe – click to reveal the rest of the transcript when you’re ready!

Download the Study Sheet

Trascrizione: La Ghigliottina 24/9/2015
di L’Eredità (RAI) con Carlo Conti
Difficoltà: avanzato

Carlo: Eccoci di nuovo insieme. Evelyn! La nostra nuova campionessa. Dimmi la verità. Quanto sei emozionata in questo momento?

Evelyn: Parecchio.

Carlo: Ah sì.

Evelyn: Sì.

Carlo: Hai proprio terrore negli occhi. Rilassati.

Evelyn: Ah speriamo che vada bene ma…

Carlo: Pensa che solo potresti vincere centoquarantamila euro. Basterà capire la parola. È la parola che è scritta in questa busta. Allora la nostra Evelyn eh… insomma… aspira a diventare avvocato, ha già fatto il praticantato e viene dalla provincia di Verona

Evelyn: Da Legnago.

Carlo: Da Legnago ed è accompagnata da una carissima amica che si chiama Silvia. Silvia, come la vedi, molto tesa, no?

Silvia: Molto tesa, sì.

Carlo: Che cosa possiamo fare?

Silvia: Ah… Falle un grandissimo “in bocca al lupo”!

Carlo: Questo da parte tua e l’applauso e il calore del pubblico mentre indossi la cuffia. Mi senti? Forte e chiaro?

Evelyn: Fortissimo.

Carlo: E allora iniziamo per centoquarantamila euro. Prima scelta fra queste due parole: Giorno…. Giornale.

Evelyn: Giorno.

Carlo: Ghigliottina. Ahi… era giornale. Dimezzato ammontare premi settantamila euro. Seconda parola. Bianco…. Banco.

Evelyn: Banco.

Carlo: Ghigliottina. Ahi. Era bianco. Dimezzato ancora ammontare premi trentacinquemila euro. Siamo alla terza parola. Prove…. Proverbi.

Evelyn: Prove.

Carlo: Ghigliottina. Oh! Ancora dimezzato diciassettemila cinquecento euro. Era proverbi. Siamo alla quarta parola. Fiera…. Fiero.

Evelyn: Fiero.

Carlo: Ghigliottina. Dimezzato ancora. Era fiera. Ottomila settecentocinquanta euro. L’ultima parola tra queste due. Mangiare…. Divorare. Quale scegli?

Evelyn: Divorare?

Carlo: Vediamo se almeno l’ultima l’hai presa. Ghigliottina. Sì! L’ultima va bene. Ottomila settecentocinquanta euro. Un minuto per pensarci. Via.

Scade il tempo. Evelyn… a te. No lo devi scrivere dall’altra parte. Lì c’è scritta….

Però puoi rigirare. Però stavi scrivendo dalla parte dove c’è scritta L’Eredità. Sei proprio emozionata. Evelyn sei proprio… eh? Tesissima. Togliti pure la cuffia. Giornale. Bianco. Proverbi. Fiera. Divorare. Dimezzato un po’ troppo. Cioè hai dimezzato tutto… solo alla fine.

Evelyn: Sì. Sì.

Carlo: Ottomila settecentocinquanta euro. Beh, è anche la… la cosa particolare del nostro gioco. Ieri, per esempio con il concorrente di ieri ha fatto l’en plein però poi non ha individuato la parola. Stasera hai dimezzato un po’ troppo e vedremo che cosa succede. Nel frattempo apro la busta. Ah… Evelyn. Fa’ un bel respiro. Sei quasi in apnea.

Evelyn: Eh… quasi sì.

Carlo: Come va?

Evelyn: Bene.

Carlo: Che mi racconti? Su! Eh? Tutto bene. Vogliamo vedere cos’hai scritto?

Evelyn: Sì.

Carlo: Giro…. Silvia, tu hai pensato qualche parola?

 

Canzone: Chiedimi Se

Chiedimi Se
di Malika Ayane
Difficoltà: intermedio
Tempi: presente, imperativo, condizionale presente

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Guarda mentre Malika Ayane dice qualcosa della canzone Chiedimi Se:

Non riesci a capire?

 

Pungono le gocce sul cappello
La città sembra un autoscontro
Fradicia, irascibile
Mai che arrivi un complice
Chiedimi se fa freddo oppure no
Se prendo un margarita
O preferisco un punch
Chiedimi se mi importa dove andrai
Se sai farmi ridere
Se mi distraggo mentre parli

Chiedimi se o lascia com’è

Stringono le scarpe quando hai fretta
Non cammino più su una linea retta
Credimi è difficile rendersi incantevole
Chiedimi se si scherza oppure no
Sull’orlo del vestito che asciugo con il phon
Chiedimi se ti seguirei a Shangai
Se un film mi fa piangere
Se mi imbarazzo quando balli

Chiedimi se
Chiedimi se
Chiedimi se o lascia com’è

Che soluzione aspetto
Se io cerco me stessa
E tu pensi a un rubinetto

Chiedimi se
Chiedimi se
Chiedimi se
Chiedimi se
Chiedimi se… o lascia com’è

What? No translation? Try it yourself! Add your translation to the comments below!

 

Favola: Riccidoro e I Tre Orsi

Walter Donegà legge meravigliosamente le favole per i bambini. Non sei un bambino/a? Non importa! Ti aiuta a capire meglio l’italiano! Ascolta la favola di Riccidoro e I Tre Orsi letto da Walter Donegà mentre leggi il testo seguente.

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C’erano una volta tre Orsi, che vivevano in una casina nel bosco. C’era Babbo Orso grosso grosso, con una voce grossa grossa; c’era Mamma Orsa grossa la metà, con una voce grossa la metà; e c’era un Orsetto piccolo piccolo con una voce piccola piccola. Una mattina i tre Orsi facevano colazione e Mamma Orsa disse «La pappa e troppo calda, ora. Andiamo a fare una passeggiata nel bosco, mentre la pappa diventa fredda.» Così i tre Orsi andarono a fare una passeggiata nel bosco.

Mentre erano via, arrivò una piccola bimba chiamata Riccidoro. Quando vide la casetta nel bosco, si domandò chi mai potesse vivere là dentro, e picchiò alla porta. Nessuno rispose, e la bambina picchiò ancora. Nessuno rispose: Riccidoro allora aprì la porta ed entrò. E là, nella piccola stanza, vide una tavola apparecchiata per tre.

C’era una scodella grossa grossa, una scodella grossa la metà e una scodella piccola piccola. Riccidoro assaggiò la pappa della scodella grossa grossa «Oh! È troppo calda!» disse. Assaggiò la pappa della scodella grossa la metà «Oh! È troppo fredda!» Poi assaggiò la pappa della scodella piccola piccola «Oh! Questa sì che va bene!» E se la mangiò tutta.

Poi entrò in un’altra stanza, e là vide tre seggiole. C’era una seggiola grossa grossa, c’era una seggiola grossa la metà e c’era una seggiola piccola piccola. Riccidoro si sedette sulla seggiola grossa grossa «Oh! Questa è troppo dura!» disse. Si sedette sulla seggiola grossa la metà «Oh! Questa è troppo molle!» Poi si sedette sulla seggiola piccola piccola «Oh! Questa sì che va bene!» E vi si sedette con tanta forza, che la ruppe.

Entrò allora in un’altra stanza e là vide tre letti. C’era un letto grosso grosso, c’era un letto grosso la metà, e c’era un letto piccolo piccolo. Riccidoro si stese sul letto grosso grosso «Oh! Questo e troppo duro!» disse. Provò il letto grosso la metà.

«Oh! Questo e troppo molle!» lnfine provò il letto piccolo piccolo «Oh! Questo si che va bene!» sospirò, e subito prese sonno.

Mentre Riccidoro dormiva i tre Orsi tornarono dalla passeggiata nel bosco. Guardarono la tavola, e Babbo Orso grosso grosso disse con la sua voce grossa grossa «Qualcuno ha assaggiato la mia pappa!» Mamma Orsa grossa la metà disse con la sua voce grossa la metà «Qualcuno ha assaggiato la mia pappa!» L’Orsetto piccolo piccolo disse con la sua voce piccola piccola «Qualcuno ha assaggiato la mia pappa e se l’è mangiata tutta!»

I tre Orsi entrarono nella camera accanto. Babbo Orso grosso grosso guardò la sua seggiola e disse con la sua voce grossa grossa «Qualcuno si è seduto sulla mia seggiola!» Mamma Orsa grossa la metà disse con la sua voce grossa la metà «Qualcuno si è seduto sulla mia seggiola!» E l’Orsetto piccolo piccolo gridò con la sua voce piccola piccola «Qualcuno si è seduto sulla mia seggiola e l’ha rotta!»

I tre Orsi entrarono infine nella camera da letto. Babbo Orso grosso grosso disse con la sua voce grossa grossa «Qualcuno si è steso sul mio letto!» Mamma Orsa grossa la metà disse con la sua voce grossa la metà: «Qualcuno si è steso sul mio letto!» E l’Orsetto piccolo piccolo gridò con la sua voce piccola piccola «Qualcuno si è steso sul mio letto, ed eccola qui!»

La voce acuta dell’Orsetto piccolo piccolo svegliò Riccidoro, e voi potete ben immaginare come si spaventò nel vedere i tre Orsi che la guardavano. Balzò giù dal letto, attraversò la stanza di corsa, saltò fuori dalla finestrella bassa, e fuggì via nel bosco tanto in fretta come mai le sue gambe l’avevano fatta correre.

 

 

 

Favola: Biancaneve e i sette nani

Ascolta la favola di Biancaneve e i sette nani letto da Walter Donegà mentre leggi il testo.

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Era una fredda giornata d’inverno; bianchi fiocchi cadevano volteggiando dal cielo come piume leggere e una regina sedeva ricamando accanto alla finestra aperta. Mentre così se ne stava, ricamando e guardando la neve, si punse un dito con l’ago e tre gocce di sangue rosse come rubini caddero sul bianco manto nevoso. Tanta era la bellezza di quelle tre stille rosso fiamma sul bianco immacolato che la regina pensò: “Oh, se potessi avere una bambina dai capelli neri come l’ebano, dalle labbra rosse come il sangue e dalla pelle bianca come la neve!” Tempo dopo, diede alla luce una bambina a cui fu dato il nome di Biancaneve. Ma dopo poco si ammalò gravemente e morì. Un anno dopo il re si risposò. La sua seconda moglie era bella, ma anche gelosa e crudele, e non poteva tollerare neppure il pensiero che esistesse al mondo qualcuna più bella di lei.

Possedeva uno specchio magico, ed ogni giorno chiedeva: “Specchio, specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame?” e ogni giorno lo specchio rispondeva: “O mia regina, al mondo non c’è nessuna che sia più bella di te”. Intanto però, Biancaneve cresceva e diventava sempre più bella. L’invidia della regina cresceva di pari passo con la bellezza della fanciulla, tanto che la costringeva a vestirsi di stracci e a fare la serva. La principessina affrontava ogni fatica senza un lamento. Anzi, sempre allegra e sorridente. Solo un desiderio era solita confidare, cantando, alle amiche colombe: incontrare presto l’uomo dei suoi sogni. Un giorno, mentre si trovava accanto al pozzo, le bianche colombe le confidarono un segreto: “Questo” dissero tubando “è un pozzo incantato. Esprimi un desiderio affacciandoti ad esso e se udrai l’eco il desiderio diverrà realtà.” Così Biancaneve sussurrò: “Vorrei tanto trovare qualcuno che mi ami.” E non appena l’eco le rispose, nell’acqua del pozzo apparve un bel principe su un cavallo nero. Il principe guardava Biancaneve con tanta ammirazione che la fece arrossire e fuggire timidamente nella sua stanza. La regina, di lontano aveva assistito a tutta la scena. Subito impallidì per l’invidia e corse a rivolgersi al suo specchio magico: “Specchio, specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame?” e lo specchio le rispose: “Tu mia regina sei sempre bellissima, ma Biancaneve è più bella di te!” La regina non poteva tollerare una rivale: e così convocò un guardiacaccia e il suo fido e gli disse: “Porterai la principessa nella foresta, e là la ucciderai. Mi porterai poi il suo cuore come segno del delitto”. Il guardiacaccia portò Biancaneve nella foresta ma al momento giusto non ebbe il coraggio di ucciderla. Le intimò di scappare nella foresta, e sulla strada del ritorno uccise un cerbiatto per portare il cuore alla regina. Biancaneve corse a perdifiato nella foresta, fin quando non arrivò in una radura, dove sorgeva una minuscola e graziosa casetta: entrò e capì che ci viveva qualcuno, e pensò che abitassero sette bambini senza mamma.

C’erano infatti sette piccole sedie impolverate, sette piattini sporchi, sette camicine sporche e polvere e ragnatele dappertutto. Biancaneve non stette a pensarci su: prese scopa e strofinaccio, e di buona lena ripulì ogni cosa. Poi salì al piano superiore e vi trovò sette lettini di legno. Su ciascun letto era inciso un nome: Dotto, Gongolo, Eolo, Cucciolo, Brontolo, Mammolo e Pisolo. “Che strani nomi!” pensò Biancaneve. Poi, siccome era molto stanca , si addormentò sui lettini.

Gli abitanti della casa erano sette nanetti che lavoravano nella miniera di diamanti vicina. Rientrando trovarono Biancaneve e decisero di ospitarla, raccomandandole di essere estremamente prudente per via della regina cattiva. Per Biancaneve iniziò un periodo sereno, con nuovi amici ed a contatto con la natura. Ma un brutto giorno la regina cattiva chiese di nuovo allo specchio chi era la più bella del reame. E lo specchio magico le rispose : “Al di là dei sette monti, al di là delle sette valli c’è la casa dei sette nani, in cui vive Biancaneve che è ancora più bella di te”. La regina decise di uccidere Biancaneve: prese una mela, una mela bellissima e la immerse in un veleno magico. Poi si trasformò da mendicante, ed andò nella casa dei nani. Biancaneve stava preparando una torta e impietosita le offrì una fetta. In cambio la strega travestita le diede la mela e Biancaneve diede un morso.

Subito cadde a terra addormentata, sembrava morta! La strega fuggì felice: l’unico antidoto era il primo bacio d’amore, credeva che i nani vedendola morta l’avrebbero sepolta. Ma i nani, disperati non vollero separarsi da Biancaneve e la misero in una bara di cristallo nella foresta, per vegliarla in continuazione. Passò molto tempo. Un bel giorno un principe su un cavallo nero sentì la gente del villaggio parlare di quella meravigliosa fanciulla che giaceva addormentata nel bosco. Il suo cuore diede un sobbalzo. Si trattava forse della bellissima fanciulla che aveva visto un giorno a palazzo e che non era più riuscito a trovare? Subito cavalcò fino alla radura nel bosco.

Quando la vide non ebbe dubbi: era proprio quella fanciulla che aveva incantato il suo cuore, ed era morta! Mestamente, il principe sollevò il coperchio di cristallo e si chinò per dare un bacio al suo amore perduto… Immediatamente Biancaneve aprì gli occhi e sorrise: quel primo bacio d’amore aveva spezzato l’incantesimo. Così il sogno che un giorno Biancaneve aveva confidato al pozzo dei desideri divenne realtà.

Il principe la fece salire sul cavallo e partì con lei verso il suo palazzo tra le nuvole… dove vissero, per sempre, felici e contenti!