Tag: congiuntivo imperfetto

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Dorsi Dei Libri Europei

Dorsi dei libri
In realtà non tutti sono sottosopra, ma tanti. Si può vedere qui libri pubblicati in Italia, Germania, e Messico.

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Tempi: presente, imperfetto, passato prossimo, congiuntivo imperfetto; condizionale presente
Difficoltà: intermedio

Quando ho cominciato a studiare altre lingue, mi sono resa conto che tutti i libri pubblicati in Europa che avevo, avevano il titolo sul dorso del libro stampato sottosopra. Mi dispiace, ma pensavo che fossero davvero sottosopra. Credevo che il dorso di un libro dovrebbe essere leggibile quando il libro è messo faccia in su sul tavolo. Ma messi così, i titoli sul dorso dei libri pubblicati in Europa, sono sottosopra.

Quando ho detto questo a un amico, lui ha deciso di scoprire il perché. Perché gli editori di libri in Europa scelgono di stampare il dorso sottosopra? Cercando sul internet, ha trovato molte persone che hanno notato questo, ma nessuno aveva una spiegazione. Finalmente ha trovato un sito in cui qualcuno lo ha tentato.

Ha detto che il dorso viene stampato a testa in giù perché quando si guarda uno scaffale di libri organizzati alfabeticamente, è necessario girare la testa per leggere i titoli e se i dorsi sono stampati come viene fatto in Europa, si possono leggere i titoli dall’alto in basso, esattamente come si legge normalmente Ma, se i libri fossero stampati come si fa in America, si dovrebbero leggere dal basso in alto, nella direzione opposta del modo in cui si legge.

Mi sembra una spiegazione valida. Ma… preferisco i libri con i titoli stampati secondo lo stile americano. Mi sembra un po’ più ordinato.

Ma poi mi chiedo, dato che l’America è stata creata dagli europei, chi ha cambiato le cose? Potrebbe essere Ben Franklin, che si occupava della stampa dei libri. Che ne pensate?

 

Corretto da: Denise

 

Il Pipistrello

eastern red bat - vespertilio rosso orientale - Lasiurus borealis

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Tempi: presente, passato prossimo, imperfetto, congiuntivo imperfetto
Difficoltà: intermedio

Qui in America celebriamo Halloween. È un giorno di fantasmi, ragni, zucche, maschere, streghe, scheletri, pipistrelli, ratti, e anche dolci e scherzi. Per celebrare Halloween quest’anno vi racconto una cosa che mi è successa due anni fa.

Era ottobre. Camminavo con un amico in un parco vicino casa mia. Le foglie colorate erano sparpagliate a terra. Mentre camminavamo ho visto qualcosa di interessante tra le foglie. Tra le foglie colorate, emergevano due piccole cose. Sembravano essere fatte di carta o di plastica sottile. Mi sono avvicinata un po’ e mi sono resa conto che erano ali. Forse era una decorazione per Halloween? Ma, no. Ho guardato meglio e la “cosa” tra le ali… respirava! Era un vero pipistrello! Riuscivo a vedere i denti piccoli e affilati dentro la bocca.

eastern red bat - vespertilio rosso orientale - Lasiurus borealis
Vedete i piccoli denti?

Gli occhi erano chiusi, probabilmente perché il sole splendeva e i pipistrelli sono animali notturni. All’inizio, credevamo che il pipistrello fosse malato. Non volevamo che un bambino lo trovasse e venisse morso. Così abbiamo chiamato il controllo animali. Mentre aspettavamo, il mio amico ha deciso di girare il pipistrello, che era sulla schiena, e di farlo appoggiare sul petto.

eastern red bat - vespertilio rosso orientale - Lasiurus borealis
Il mio amico l’ha girato sul petto

Il pipistrello è restato così per un po’ e il mio amico ancora una volta gli ha dato un colpetto leggero. All’improvviso il nostro nuovo amico si è svegliato ed è volato via! Non era malato, era solamente stordito per un momento.

Dopo quell’episodio ho fatto un po’ di ricerca e ho scoperto che era un vespertilio rosso orientale (Eastern Red Bat in inglese) ed era femmina. Durante il giorno i vespertili rossi dormono tra i rami degli alberi. Forse un uccello ha disturbato quello che avevamo trovato noi. Però, tutto è bene quel che finisce bene!

Happy Halloween!

 

 

Corretto da: Denise

 

Canzone: Qualcosa Che Non C’è

Canzone: Qualcosa Che Non C’è
di Elisa
Difficoltà: intermedio
Tempi: presente, futuro, imperfetto, passato prossimo, congiuntivo imperfetto

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Tutto questo tempo a chiedermi
Cos’è che non mi lascia in pace
Tutti questi anni a chiedermi
Se vado veramente bene
Così
Come sono
Così

Così un giorno
Ho scritto sul quaderno
Io farò sognare il mondo con la musica
Non molto tempo
Dopo quando mi bastava
Fare un salto per
Raggiungere la felicità
E la verità è che

Ho aspettato a lungo
Qualcosa che non c’è
Invece di guardare il sole sorgere

Questo è sempre stato un modo
Per fermare il tempo
E la velocità
I passi svelti della gente
La disattenzione
Le parole dette
Senza umiltà
Senza cuore così
Solo per far rumore

Ho aspettato a lungo
Qualcosa che non c’è
Invece di guardare
Il sole sorgere

E miracolosamente non
Ho smesso di sognare
E miracolosamente
Non riesco a non sperare
E se c’è un segreto
È fare tutto come
Se vedessi solo il sole

Un segreto è fare tutto
Come se
Fare tutto
Come se
Vedessi solo il sole
Vedessi solo il sole
Vedessi solo il sole

E non
Qualcosa che non c’è

 

 

Canzone: La Locomotiva

Canzone: La Locomotiva
di Francesco Guccini
Difficoltà: avanzato (Troppo difficile? Vedi la traduzione)
Tempi: presente, congiuntivo imperfetto, imperfetto, gerundio, congiuntivo trapassato, passato remoto, imperativo, passato prossimo

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Non so che viso avesse, neppure come si chiamava,
con che voce parlasse, con quale voce poi cantava
quanti anni avesse visto allora, di che colore i suoi capelli
ma nella fantasia ho l’immagine sua
gli eroi son tutti giovani e belli
gli eroi son tutti giovani e belli
gli eroi son tutti giovani e belli

Conosco invece l’epoca dei fatti, qual era il suo mestiere:
i primi anni del secolo, macchinista, ferroviere
i tempi in cui si cominciava la guerra santa dei pezzenti
sembrava il treno anch’esso un mito di progresso
lanciato sopra i continenti
lanciato sopra i continenti
lanciato sopra i continenti

E la locomotiva sembrava fosse un mostro strano
che l’uomo dominava con il pensiero e con la mano
ruggendo si lasciava indietro distanze che sembravano infinite
sembrava avesse dentro un potere tremendo
la stessa forza della dinamite
la stessa forza della dinamite
la stessa forza della dinamite

Ma un’altra grande forza spiegava allora le sue ali
parole che dicevano “gli uomini son tutti uguali”
e contro ai re e ai tiranni scoppiava nella via
la bomba proletaria e illuminava l’aria
la fiaccola dell’anarchia
la fiaccola dell’anarchia
la fiaccola dell’anarchia

Un treno tutti i giorni passava per la sua stazione,
un treno di lusso, lontana destinazione
vedeva gente riverita, pensava a quei velluti, agli ori
pensava al magro giorno della sua gente attorno
pensava un treno pieno di signori
pensava un treno pieno di signori
pensava un treno pieno di signori

Non so che cosa accadde, perché prese la decisione
forse una rabbia antica, generazioni senza nome
che urlarono vendetta, gli accecarono il cuore
dimenticò pietà, scordò la sua bontà
la bomba sua la macchina a vapore
la bomba sua la macchina a vapore
la bomba sua la macchina a vapore

E sul binario stava la locomotiva
la macchina pulsante sembrava fosse cosa viva
sembrava un giovane puledro che appena liberato il freno
mordesse la rotaia con muscoli d’acciaio
con forza cieca di baleno
con forza cieca di baleno
con forza cieca di baleno

E un giorno come gli altri, ma forse con più rabbia in corpo
pensò che aveva il modo di riparare a qualche torto
Salì sul mostro che dormiva, cercò di mandar via la sua paura
e prima di pensare a quel che stava a fare
il mostro divorava la pianura
il mostro divorava la pianura
il mostro divorava la pianura

Correva l’altro treno ignaro e quasi senza fretta
nessuno immaginava di andare verso la vendetta
ma alla stazione di Bologna arrivò la notizia in un baleno
“notizia di emergenza, agite con urgenza
un pazzo si è lanciato contro al treno
un pazzo si è lanciato contro al treno
un pazzo si è lanciato contro al treno”

Ma intanto corre, corre, corre la locomotiva
e sibila il vapore e sembra quasi cosa viva
e sembra dire ai contadini curvi il fischio che si spande in aria
“Fratello, non temere, che corro al mio dovere!
Trionfi la giustizia proletaria!
Trionfi la giustizia proletaria!
Trionfi la giustizia proletaria!”

E intanto corre corre corre sempre più forte
e corre corre corre corre verso la morte
e niente ormai può trattenere l’immensa forza distruttrice
aspetta sol lo schianto e poi che giunga il manto
della grande consolatrice
della grande consolatrice
della grande consolatrice

La storia ci racconta come finì la corsa
la macchina deviata lungo una linea morta…
con l’ultimo suo grido d’animale la macchina eruttò lapilli e lava
esplose contro il cielo, poi il fumo sparse il velo
lo raccolsero che ancora respirava
lo raccolsero che ancora respirava
lo raccolsero che ancora respirava

Ma a noi piace pensarlo ancora dietro al motore
mentre fa correr via la macchina a vapore
e che ci giunga un giorno ancora la notizia
di una locomotiva, come una cosa viva,
lanciata a bomba contro l’ingiustizia!
lanciata a bomba contro l’ingiustizia!
lanciata a bomba contro l’ingiustizia!