Tag: imperfetto

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Canzone: Irraggiungibile

Canzone: Irraggiungibile
di L’Aura
Difficoltà: avanzato
Tempi: imperfetto, presente, passato remoto, congiuntivo presente, gerundio

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C’eran le cornamuse mute
c’era la poesia
che una foglia morta esprime
quando s’addormenta
come il tempo sulla terra.

Dolce e languido, il tuo canto
scrisse melodie che confondon l’anima
intrecciandosi abilmente
con la solitudine del vivere.

Splendi gelido e folle diamante
irraggiungibile
prima che il giorno ti rubi la luce
e le mani di quelli che
piangono con me nel cuore
comincino a cambiar

Fragile pelle di cartone,
certa gente è qui per scuoiarti
e poi gettare un muro che separa
i nostri corpi di cenere.

Splendi gelido e folle diamante
irraggiungibile
prima che il giorno ti rubi la luce
e le mani di quelli che
piangono con me nel cuore
comincino a pensar

di amare solo te
di volere solo te

Di voler solo te

Splendi gelido e folle diamante
irraggiungibile
prima che il giorno ti rubi la luce
inafferrabile

Splendi gelido e folle diamante
irraggiungibile
prima che il giorno ti rubi la luce
inafferrabile

Ridono di me
del cuore
le mani di chi è…
…mentale

 

Favola: La vera storia dell’albero di Natale

Walter Donegà legge meravigliosamente questa bella favola di Alessandra Fella del primo albero di Natale. Buon Natale a tutti!

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C’era una volta un boscaiolo, tanto povero quanto onesto. Viveva in una vecchia baracca di legno in mezzo ad una radura con tutta la sua famiglia: la moglie, i tre figli e i suoi genitori.

La casa era piccola, ma accogliente, pulita e dignitosa. E tutti si davano da fare perché la vita scorresse serena:
la mamma si occupava della casa e faceva le pulizie nei palazzi dei signori; il papà tagliava la legna e scolpiva giocattoli da vendere alle botteghe artigiane; la nonna coltivava il piccolo orto che rendeva il necessario per loro e per il mercato; il nonno si dedicava a piccole opere di ferramenta. Anche i bambini davano il loro contributo: dopo la scuola aiutavano i genitori in tutto ciò che potevano. In quella casa non erano ricchi… ma erano felici e si volevano bene.

Un giorno il boscaiolo si addentrò in una foresta di abeti che non aveva mai visto prima, alla ricerca di un legno particolare. Passo dopo passo, la selva divenne talmente fitta che tra le fronde degli alberi, che sembravano mani adunche tese a bloccarlo, non riusciva a penetrare neppure la luce del sole. Eppure una strana sensazione lo spingeva a non fermarsi.

Giunse infine dinanzi a un vecchio cartello con una scritta quasi illeggibile: “PROPRIETÀ PRIVATA-VIETATO ENTRARE”.

Mentre già stava per tornare indietro, una luce vivida proveniente dal profondo di quel folto bosco cupo attirò il suo sguardo e lo spinse a proseguire.

“Alla fine -pensò- non mi vedrà nessuno… chi vuoi che passi da qui? E se dovessi incontrare qualcuno potrò sempre dire che mi sono perso e che pensavo che la luce provenisse da una casa…”

Giunse finalmente in una radura, al centro della quale cresceva un immenso albero del colore del sole. La sua meraviglia fu grande quando, avvicinandosi, si rese conto che era d’oro massiccio. Lo toccò e vide che i rami avevano la consistenza del legno ma, se venivano spezzati, assumevano la solidità del metallo prezioso. Iniziò a pensare: “Se ne staccassi qualche pezzo chi mai se ne accorgerebbe? È un albero, i rami ricrescerebbero, e il proprietario neanche ci farebbe caso. L’uomo che possiede una cosa così prodigiosa nel proprio giardino è di certo eccezionalmente ricco, e anche se io gli porto via una piccolissima parte del suo oro non gli dispiacerà. Anche perché io ne ho di sicuro molto più bisogno di lui.”

Più ci pensava, più trovava scuse per giustificare ciò che voleva fare, più sognava cosa avrebbe potuto comperare con quell’oro. Fu così che strappò alcuni dei ramoscelli più sottili, ne fece un piccolo bottino, e tornò a casa col sorriso sulle labbra e la gioia nel cuore.
Sua moglie non fu felice: “Non avresti dovuto prenderli! Per quanto pochi possano essere e per quanto noi se ne possa avere bisogno, tu li hai rubati! Devi restituirli!” L’uomo e la donna iniziarono a litigare, cosa che prima di allora non era mai accaduta, e le discussioni proseguirono per giorni e giorni, finché l’uomo, esasperato, non andò via di casa.

Il tempo passò: col denaro frutto della vendita dell’oro costruì una bellissima casa con tante stanze, comperò dei vestiti nuovi e lussuosi e dei cavalli lucidi e scattanti per muoversi. Ma la sua famiglia, che era rimasta nella vecchia casupola malandata, gli mancava… così iniziò a comperare regali per tutti nella speranza di riconquistarne l’affetto. Ma ogni omaggio gli veniva sdegnosamente restituito. Oltretutto, più si abituava alla nuova vita da ricco, più sentiva il bisogno di nuovo oro per soddisfare i propri desideri. E ogni volta andava nella foresta a staccare nuovi rami, sempre di più e sempre più grossi, trovando nuove scuse con se stesso per i furti.
Ma, ogni volta che tornava, accadeva una strana cosa: la sua pelle sembrava più scura e spessa e i suoi movimenti più legnosi. “La pelle si scurisce per il sole, è chiaro. E mi muovo con più fatica perché mi sono disabituato al lavoro e agli sforzi.”
Giunse finalmente la vigilia di Natale, e il boscaiolo preparò per se stesso un pranzo sontuoso. Mentre, però, maneggiava un coltello per affettare del pane, si tagliò… e, invece del sangue, dalla carne uscì un liquido trasparente simile alla linfa delle piante. E finalmente comprese! Corse verso il bosco incantato con tutta l’energia che gli restava. “Ti prego, fa’ che non sia troppo tardi.” Ma più si avvicinava alla radura, più i gesti si facevano rigidi. E poi accadde. Mentre saltava, i suoi piedi divennero profonde radici, il suo corpo tronco, la sua pelle si indurì tanto da trasformarsi in corteccia, le sue braccia si arrestarono a mezz’aria mutandosi in lunghi rami, i suoi capelli si convertirono in fronde e la sua bocca spalancata in una profonda cavità. Anche lui era diventato una parte di quella foresta, nella quale ogni pianta era stata un essere umano.
La sua disperazione era così grande che dai suoi occhi, che si erano trasformati in spessi nodi di legno, scesero calde lacrime di autentico pentimento. E tale era il freddo, che ogni lacrima, raggiunta la punta dei rami, si congelava trasformandosi in una piccola stalattite cristallina. Una, però, riuscì a toccare il terreno e, d’incanto, comparve una fata. “La tua avidità era stata punita, così come quella di molti altri prima di te. Ma tu sei stato il solo a provare un sincero rimorso. Va’… e che questa avventura ti sia di insegnamento.”
Il boscaiolo, magicamente tornato essere umano, non poté che ringraziare la buona fata e, tornato a casa, vendette tutti i suoi averi distribuendo il ricavato a chi ne aveva più bisogno. Poi, col cuore pieno di speranza e timore, tornò a bussare alla porta della sua vecchia baracca. E fu accolto con tutta la gioia e l’amore che gli erano mancati fino a quel momento. Decise, però, di conservare per sempre la memoria di quanto era accaduto, come monito affinché mai più l’avidità potesse impossessarsi di lui. E, ripensando a ciò in cui egli stesso si era trasformato, si recò nella vicina foresta, abbatté un piccolo abete, lo portò a casa e, in ricordo delle proprie lacrime, lo decorò con piccole sfere di vetro cristallino.
In breve tempo la sua storia fece il giro del villaggio, poi dell’intero regno, e si diffuse poi anche in quelli vicini fino a raggiungere i confini della terra. E tutti, colpiti e commossi, presero l’abitudine, a Natale, di tenere in casa un abete decorato con gocce di vetro o cristallo, e di porvi sotto i doni, in ricordo dell’uomo che, a Natale, aveva donato tutto per tornare ad essere felice.

 

Canzone: Cercami

Canzone: Cercami
di Renato Zero
Difficoltà: intermedio
Tempi: presente, futuro, imperfetto, passato prossimo, imperativo, gerundio, condizionale presente

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Cercami
Come quando e dove vuoi
Cercami
È più facile che mai
Cercami
Non soltanto nel bisogno
Tu cercami
Con la volontà e l’impegno
Rinventami

Se mi vuoi
Allora cercami di più
Tornerò
Solo se ritorni tu
Sono stato invadente
Eccessivo lo so
Il pagliaccio di sempre
Anche quello era amore però

Questa vita ci ha puniti già
Troppe quelle verità
Che ci son rimaste dentro
Oggi che fatica che si fa
Come è finta l’allegria
Quanto amaro disincanto

Io sono qui
Insultami, feriscimi
Sono così
Tu prendimi o cancellami
Adesso sì
Tu mi dirai che uomo mai
Ti aspetti

Io mi berrò
L’insicurezza che mi dai
L’anima mia
Farò tacere pure lei
Se mai vivrò
Di questa clandestinità
Per sempre

Fidati
Che hanno un peso gli anni miei
Fidati
E sorprese non avrai
Sono quello che vedi
Io pretese non ho
Se davvero mi credi
Di cercarmi non smettere no

Questa vita ci ha puniti già
L’insoddisfazione è qua
Ci ha raggiunti facilmente
Così poco abili anche noi
A non dubitare mai
Di una libertà indecente

Io sono qui
Ti servirò, ti basterò
Non resterò
Una riserva, questo no…
Dopo di che
Quale altra alternativa può
Salvarci

Io resto qui
Mettendo a rischio i giorni miei
Scomodo sì
Perché non so tacere mai
Adesso sai
Senza un movente non vivrei
Comunque

Cercami
Cercami
Non smettere

 

Dorsi Dei Libri Europei

Dorsi dei libri
In realtà non tutti sono sottosopra, ma tanti. Si può vedere qui libri pubblicati in Italia, Germania, e Messico.

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Tempi: presente, imperfetto, passato prossimo, congiuntivo imperfetto; condizionale presente
Difficoltà: intermedio

Quando ho cominciato a studiare altre lingue, mi sono resa conto che tutti i libri pubblicati in Europa che avevo, avevano il titolo sul dorso del libro stampato sottosopra. Mi dispiace, ma pensavo che fossero davvero sottosopra. Credevo che il dorso di un libro dovrebbe essere leggibile quando il libro è messo faccia in su sul tavolo. Ma messi così, i titoli sul dorso dei libri pubblicati in Europa, sono sottosopra.

Quando ho detto questo a un amico, lui ha deciso di scoprire il perché. Perché gli editori di libri in Europa scelgono di stampare il dorso sottosopra? Cercando sul internet, ha trovato molte persone che hanno notato questo, ma nessuno aveva una spiegazione. Finalmente ha trovato un sito in cui qualcuno lo ha tentato.

Ha detto che il dorso viene stampato a testa in giù perché quando si guarda uno scaffale di libri organizzati alfabeticamente, è necessario girare la testa per leggere i titoli e se i dorsi sono stampati come viene fatto in Europa, si possono leggere i titoli dall’alto in basso, esattamente come si legge normalmente Ma, se i libri fossero stampati come si fa in America, si dovrebbero leggere dal basso in alto, nella direzione opposta del modo in cui si legge.

Mi sembra una spiegazione valida. Ma… preferisco i libri con i titoli stampati secondo lo stile americano. Mi sembra un po’ più ordinato.

Ma poi mi chiedo, dato che l’America è stata creata dagli europei, chi ha cambiato le cose? Potrebbe essere Ben Franklin, che si occupava della stampa dei libri. Che ne pensate?

 

Corretto da: Denise

 

Il Pipistrello

eastern red bat - vespertilio rosso orientale - Lasiurus borealis

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Tempi: presente, passato prossimo, imperfetto, congiuntivo imperfetto
Difficoltà: intermedio

Qui in America celebriamo Halloween. È un giorno di fantasmi, ragni, zucche, maschere, streghe, scheletri, pipistrelli, ratti, e anche dolci e scherzi. Per celebrare Halloween quest’anno vi racconto una cosa che mi è successa due anni fa.

Era ottobre. Camminavo con un amico in un parco vicino casa mia. Le foglie colorate erano sparpagliate a terra. Mentre camminavamo ho visto qualcosa di interessante tra le foglie. Tra le foglie colorate, emergevano due piccole cose. Sembravano essere fatte di carta o di plastica sottile. Mi sono avvicinata un po’ e mi sono resa conto che erano ali. Forse era una decorazione per Halloween? Ma, no. Ho guardato meglio e la “cosa” tra le ali… respirava! Era un vero pipistrello! Riuscivo a vedere i denti piccoli e affilati dentro la bocca.

eastern red bat - vespertilio rosso orientale - Lasiurus borealis
Vedete i piccoli denti?

Gli occhi erano chiusi, probabilmente perché il sole splendeva e i pipistrelli sono animali notturni. All’inizio, credevamo che il pipistrello fosse malato. Non volevamo che un bambino lo trovasse e venisse morso. Così abbiamo chiamato il controllo animali. Mentre aspettavamo, il mio amico ha deciso di girare il pipistrello, che era sulla schiena, e di farlo appoggiare sul petto.

eastern red bat - vespertilio rosso orientale - Lasiurus borealis
Il mio amico l’ha girato sul petto

Il pipistrello è restato così per un po’ e il mio amico ancora una volta gli ha dato un colpetto leggero. All’improvviso il nostro nuovo amico si è svegliato ed è volato via! Non era malato, era solamente stordito per un momento.

Dopo quell’episodio ho fatto un po’ di ricerca e ho scoperto che era un vespertilio rosso orientale (Eastern Red Bat in inglese) ed era femmina. Durante il giorno i vespertili rossi dormono tra i rami degli alberi. Forse un uccello ha disturbato quello che avevamo trovato noi. Però, tutto è bene quel che finisce bene!

Happy Halloween!

 

 

Corretto da: Denise