Category: Intermedio

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Canzone: Alla Fiera dell’Est

Canzone: Alla Fiera dell’Est
di Angelo Branduardi
Difficoltà: intermedio
Tempi: passato remoto

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Alla fiera dell’est, per due soldi, un topolino mio padre comprò
Alla fiera dell’est, per due soldi, un topolino mio padre comprò
E venne il gatto, che si mangiò il topo, che al mercato mio padre comprò
E venne il gatto, che si mangiò il topo, che al mercato mio padre comprò
Alla fiera dell’est, per due soldi, un topolino mio padre comprò
E venne il cane, che morse il gatto, che si mangiò il topo
che al mercato mio padre comprò.

Alla fiera dell’est, per due soldi, un topolino mio padre comprò
E venne il bastone, che picchiò il cane, che morse il gatto,
che si mangiò il topo che al mercato mio padre comprò.

Alla fiera dell’est, per due soldi, un topolino mio padre comprò
E venne il fuoco, che bruciò il bastone, che picchiò il cane,
che morse il gatto, che si mangiò il topo che al mercato mio padre comprò.

Alla fiera dell’est, per due soldi, un topolino mio padre comprò
E venne l’acqua che spense il fuoco che bruciò il bastone che picchiò il cane
che morse il gatto, che si mangiò il topo che al mercato mio padre comprò.

Alla fiera dell’est, per due soldi, un topolino mio padre comprò
E venne il toro, che bevve l’acqua, che spense il fuoco,
che bruciò il bastone, che picchiò il cane,
che morse il gatto, che si mangiò il topo che al mercato mio padre comprò.

Alla fiera dell’est, per due soldi, un topolino mio padre comprò
E venne il macellaio, che uccise il toro, che bevve l’acqua,
che spense il fuoco, che bruciò il bastone, che picchiò il cane,
che morse il gatto, che si mangiò il topo che al mercato mio padre comprò.

Alla fiera dell’est, per due soldi, un topolino mio padre comprò
E l’angelo della morte, sul macellaio, che uccise il toro, che bevve l’acqua,
che spense il fuoco, che bruciò il bastone, che picchiò il cane,
che morse il gatto, che si mangiò il topo che al mercato mio padre comprò.

Alla fiera dell’est, per due soldi, un topolino mio padre comprò
E infine il Signore, sull’angelo della morte, sul macellaio,
che uccise il toro, che bevve l’acqua, che spense il fuoco,
che bruciò il bastone, che picchiò il cane, che morse il gatto,
che si mangiò il topo che al mercato mio padre comprò.

Alla fiera dell’est, per due soldi, un topolino mio padre comprò

 

Favola: Riccidoro e I Tre Orsi

Walter Donegà legge meravigliosamente le favole per i bambini. Non sei un bambino/a? Non importa! Ti aiuta a capire meglio l’italiano! Ascolta la favola di Riccidoro e I Tre Orsi letto da Walter Donegà mentre leggi il testo seguente.

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C’erano una volta tre Orsi, che vivevano in una casina nel bosco. C’era Babbo Orso grosso grosso, con una voce grossa grossa; c’era Mamma Orsa grossa la metà, con una voce grossa la metà; e c’era un Orsetto piccolo piccolo con una voce piccola piccola. Una mattina i tre Orsi facevano colazione e Mamma Orsa disse «La pappa e troppo calda, ora. Andiamo a fare una passeggiata nel bosco, mentre la pappa diventa fredda.» Così i tre Orsi andarono a fare una passeggiata nel bosco.

Mentre erano via, arrivò una piccola bimba chiamata Riccidoro. Quando vide la casetta nel bosco, si domandò chi mai potesse vivere là dentro, e picchiò alla porta. Nessuno rispose, e la bambina picchiò ancora. Nessuno rispose: Riccidoro allora aprì la porta ed entrò. E là, nella piccola stanza, vide una tavola apparecchiata per tre.

C’era una scodella grossa grossa, una scodella grossa la metà e una scodella piccola piccola. Riccidoro assaggiò la pappa della scodella grossa grossa «Oh! È troppo calda!» disse. Assaggiò la pappa della scodella grossa la metà «Oh! È troppo fredda!» Poi assaggiò la pappa della scodella piccola piccola «Oh! Questa sì che va bene!» E se la mangiò tutta.

Poi entrò in un’altra stanza, e là vide tre seggiole. C’era una seggiola grossa grossa, c’era una seggiola grossa la metà e c’era una seggiola piccola piccola. Riccidoro si sedette sulla seggiola grossa grossa «Oh! Questa è troppo dura!» disse. Si sedette sulla seggiola grossa la metà «Oh! Questa è troppo molle!» Poi si sedette sulla seggiola piccola piccola «Oh! Questa sì che va bene!» E vi si sedette con tanta forza, che la ruppe.

Entrò allora in un’altra stanza e là vide tre letti. C’era un letto grosso grosso, c’era un letto grosso la metà, e c’era un letto piccolo piccolo. Riccidoro si stese sul letto grosso grosso «Oh! Questo e troppo duro!» disse. Provò il letto grosso la metà.

«Oh! Questo e troppo molle!» lnfine provò il letto piccolo piccolo «Oh! Questo si che va bene!» sospirò, e subito prese sonno.

Mentre Riccidoro dormiva i tre Orsi tornarono dalla passeggiata nel bosco. Guardarono la tavola, e Babbo Orso grosso grosso disse con la sua voce grossa grossa «Qualcuno ha assaggiato la mia pappa!» Mamma Orsa grossa la metà disse con la sua voce grossa la metà «Qualcuno ha assaggiato la mia pappa!» L’Orsetto piccolo piccolo disse con la sua voce piccola piccola «Qualcuno ha assaggiato la mia pappa e se l’è mangiata tutta!»

I tre Orsi entrarono nella camera accanto. Babbo Orso grosso grosso guardò la sua seggiola e disse con la sua voce grossa grossa «Qualcuno si è seduto sulla mia seggiola!» Mamma Orsa grossa la metà disse con la sua voce grossa la metà «Qualcuno si è seduto sulla mia seggiola!» E l’Orsetto piccolo piccolo gridò con la sua voce piccola piccola «Qualcuno si è seduto sulla mia seggiola e l’ha rotta!»

I tre Orsi entrarono infine nella camera da letto. Babbo Orso grosso grosso disse con la sua voce grossa grossa «Qualcuno si è steso sul mio letto!» Mamma Orsa grossa la metà disse con la sua voce grossa la metà: «Qualcuno si è steso sul mio letto!» E l’Orsetto piccolo piccolo gridò con la sua voce piccola piccola «Qualcuno si è steso sul mio letto, ed eccola qui!»

La voce acuta dell’Orsetto piccolo piccolo svegliò Riccidoro, e voi potete ben immaginare come si spaventò nel vedere i tre Orsi che la guardavano. Balzò giù dal letto, attraversò la stanza di corsa, saltò fuori dalla finestrella bassa, e fuggì via nel bosco tanto in fretta come mai le sue gambe l’avevano fatta correre.

 

 

 

La Barca Da Remi

UncleJohnnyMomMeNoniPop
Io con (da sinistra a destra) mio nonno, mia madre, mio prozio, e mia nonna, al negozio di mio prozio circa gli anni settanta.

Tempi: presente, imperfetto, passato prossimo
Difficoltà: intermedio

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Tutti noi sappiamo che il miglior modo d’imparare una nuova lingua è parlare. Il secondo miglior modo è scrivere! Ogni giorno scrivo nel mio diario e provo ad usare tutte le forme dei verbi. Per imparare di usare meglio l’imperfetto mi piace di raccontare storie. Ecco qualcosa che mi è successo quando ero piccola…

Quando ero piccola, i miei nonni vivevano in Florida. Quindi, ogni anno andavo con la mia famiglia per visitarli per due settimane. Vivevano molto vicini alla spiaggia, quindi, passavamo la maggior parte dei giorni là. Ma, per almeno un giorno visitavamo mio prozio. Lui e sua moglie erano un po’ diversi. Vivevano come contadini del paese vecchio. Non avevano aria condizionata, non avevano un frigorifero, non avevano i conforti che tutti godevano anche in quei giorni. Vivevano su un pezzo di terra grande sulle rive del fiume Tomoka. Sull’altro lato del fiume c’era una palude. Il giardino non era disegnato. Era tutto selvatico come una giungla. C’erano ragni enormi. E le zanzare! Era un posto molto interessante per una bambina di cinque anni.

Un giorno eravamo lì e abbiamo deciso di uscire sul fiume in una barca da remi che mio prozio aveva. Siamo saliti sulla barca e abbiamo cominciato a remare. Eravamo nel mezzo del fiume quando siamo resi conto che la barca affondava! Abbiamo dimenticato di tappare un buco nel fondo della barca che serviva per togliere l’acqua dalla barca dopo una pioggia. Ho cominciato a piangere – dopotutto, avevo solo cinque anni! Siamo tornati alla riva tutti interi, ma poco dopo, ho saputo che nel fiume c’erano alligatori!

Corretto da: Rosario

 

Canzone: Luce

Canzone: Luce
di Elisa
Difficoltà: intermedio
Tempi: imperativo, futuro, presente, passato prossimo

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Elisa is an Italian singer-songwriter (cantautrice) who mainly records in English. This song has an interesting history: it was originally written by Elisa in English.  The orginal title is Come Speak to Me (iTunes, Amazon). Elisa subsequently translated the song into Italian with the help of Zucchero, another Italian singer-songwriter (cantautore). There is also a Spanish version. How do you think the original lyrics compare with the eventual Italian ones?

Read more about Elisa in Italiano.

Il sole mi parla di te
mi stai ascoltando, ora
la luna mi parla di te
avrò cura di tutto quello che mi hai dato…

 

 

Canzone: Restiamo Qui

Canzone: Restiamo Qui
di Nek
Difficoltà: intermedio
Tempi: presente, condizionale presente, imperativo, congiuntivo presente

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By request, another Nek song.

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Restiamo qui
ancora un po’
amica mia

Restiamo qui
è presto dai
e non guardare sempre l’ora
ma che fretta hai

da un po’ di tempo
vorrei parlarti
e non ci riesco mai
è poco che ci conosciamo
ma raramente ci confidiamo
io e te

noi presi da noi
ognuno coi problemi suoi
non ci fermiamo
e sbagliamo sai

Restiamo qui
amica mia
e il primo giorno
che c’è il sole andiamo via
ovunque sia

Per cominciare io ti amo
parola che non ti riuscivo a dire, che scemo
di te non posso fare a meno
se per te amore è soltanto un suono
per me è di più

io corro però
è ancora peggio se non so
rispondi è importante
anche che sia no

Restiamo qui
amica mia
e il primo giorno
che c’è il sole andiamo via
ovunque sia

Che bella che sei
io sono disarmato ormai
non farci caso
tu fai quel che vuoi, semmai
pensaci su oh
poi decidi tu

Restiamo qui
amica mia
e il primo giorno
che c’è il sole andiamo via
ovunque sia
Restiamo qui
amica mia
e il primo giorno
che c’è il sole andiamo via
ovunque sia